PREMESSA
In quest’anno pastorale la nostra Comunità continuerà il cammino
intrapreso negli scorsi anni, tenendo presenti le indicazioni date dai
vescovi italiani nella nota pastorale “Il volto missionario delle
parrocchie in un mondo che cambia”, le linee per il cammino pastorale
2005-2006 del nostro Vescovo e le proposte emerse nell’Assemblea
Parrocchiale.
Occorre che la parrocchia diventi sempre più quella casa sulla
roccia fondata sulla Parola di Dio, casa accogliente, scuola dove
s’impari a fare comunione, comunità dei testimoni di Gesù Risorto
speranza del mondo.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario che si
continui a curare la vita spirituale e in particolare la spiritualità
della comunione soprattutto tra coloro che frequentano abitualmente la
parrocchia: operatori della pastorale, gruppi, tutti coloro che
partecipano all’eucaristia domenicale.
Per
raggiungere questo obiettivo è necessario che si continui a curare la
vita spirituale e in particolare la spiritualità della comunione
soprattutto tra coloro che frequentano abitualmente la parrocchia:
operatori della pastorale, gruppi, tutti coloro che partecipano all’eucaristia
domenicale.
“Più che iniziative si ha bisogno di
persone, di credenti, soprattutto di laici credenti che sappiano stare
dentro il mondo e tra la gente in modo significativo, laici credenti di
forte personalità (…) occorre tornare all’essenzialità della fede
per cui chi incontra la parrocchia deve poter incontrare Cristo” (CEI,Il
volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 13).
Il credente è colui che ha incontrato il
Risorto e pertanto ne diventa il testimone.
“Il testimone” scrive il nostro Vescovo “deve essere, dunque, un
esperto di Dio. La vita di preghiera, il religioso ascolto e la
meditazione della Parola, i sacramenti, la mitezza, l’umiltà, l’atteggiamento
gioioso e attento per un servizio pronto, intelligente e disinteressato,
devono essere i lineamenti capaci di incarnare e testimoniare l’amore
autentico per i fratelli”. ( Pio Vittorio Vigo, Parrocchia unita
casa aperta alla speranza, n.13).
Ma anche “la comunione, l’amore
genuino e senza remore, la gioia, la semplicità del cuore che ci fanno
vedere ogni cosa nell’ottica della fede, come momento provvidenziale
permesso da Dio, sono le note essenziali della testimonianza” (Ibidem,9)
E’ anche urgente che la pastorale diventi più
missionaria “che annunci nuovamente il vangelo, ne sostenga la
trasmissione di generazione in generazione, vada incontro agli uomini e
alle donne del nostro tempo testimoniando che anche oggi è bello, buono
e giusto vivere l’esistenza umana conformemente al vangelo situandosi
nei diversi territori di vita della gente, per capirne i problemi e le
possibilità” (CEI Il volto missionario delle parrocchie in un
mondo che cambia. n. 1 ).
Scrive ancora il nostro Vescovo che “ per dare alla
Parrocchia ‘il volto missionario’, non basta ritrovarsi 'uniti
a mensa e col grembiule’. Occorre portare a pienezza il segno
della comunione facendosi ‘prossimi’ agli altri (…) Per
spezzare le remore che oggi ci suggeriscono nella logica non cristiana,
di restare nel nostro personale privato, è necessario il ‘coraggio’
della fede. Con il Signore Gesù vicino e con la forza dello Spirito
donatoci da lui, possiamo essere testimoni del suo amore” (P.V.Vigo,
Parrocchia unita…, n.17).
In questo cammino, che dovrà diventare sempre più
unitario, terremo fisso lo sguardo sull’icona evangelica dei due
discepoli di Emmaus: Gesù risorto “si accostò e camminava con
loro” interrogandoli ed ascoltandoli, “ spiegò loro in tutte le
Scritture ciò che si riferiva a lui” e “ quando fu a tavola con
loro…si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero… essi partirono
senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme” e “riferirono ciò
che era accaduto” (Luca 24,13-35).
Così la parrocchia deve essere accanto a ciascuno
nel cammino della vita per dare luce con la parola di Dio, affinché
tutti facciano l’esperienza della comunione attorno alla mensa
eucaristica domenicale e possano ritornare alla vita quotidiana
testimoniando l’amore di Dio.
A tal fine sarà data priorità ad alcuni itinerari
all’interno delle quattro aree della pastorale: l’evangelizzazione,
la liturgia, la carità e la formazione degli operatori della pastorale.
L’EVANGELIZZAZIONE
“Gesù si accostò e
camminava con loro”
“Non si può più dare per scontato che si sappia chi è Gesù Cristo,
che si conosca il vangelo, che si abbia una qualche esperienza di
chiesa. Occorre incrementare la dimensione dell’accoglienza cordiale e
gratuita su cui innestare l’annuncio, fatto di parola amichevole e, in
tempi e modi opportuni, di esplicita presentazione di Cristo, salvatore
del mondo. Per l’evangelizzazione è essenziale la comunicazione della
fede da credente a credente, da persona a persona, educando all’ascolto
della parola di Dio”[…]
“Una parrocchia missionaria è al servizio della
fede delle persone, soprattutto degli adulti, da raggiungere nelle
dimensioni degli affetti, del lavoro e del riposo; occorre in
particolare riconoscere il ruolo germinale che per la società e per la
comunità cristiana hanno le famiglie, sostenendole nella preparazione
del matrimonio, nell’attesa dei figli, nella responsabilità
educativa, nei momenti di sofferenza” ( CEI Il volto missionario
delle parrocchie in un mondo che cambia, nn.6 e 9).
Attraverso l’ospitalità, l’atteggiamento di
ricerca, la cura della propria identità di fede “si può giungere a
condividere le felicità e le sofferenze di ogni creatura umana. Una
condivisione sostenuta dalla speranza che non delude.… ( Ibidem ,13)
Cercheremo di concretizzare queste indicazioni dei
Vescovi attraverso le seguenti attività:
a) Progettare per tutti i gruppi parrocchiali
- incontri di spiritualità nei momenti forti dell’anno
liturgico
- la lectio divina in Avvento e in Quaresima
- incontri periodici di comunicazione e di confronto
di esperienze tra gli stessi gruppi.
b)
Costituire una commissione per la pastorale delle famiglie che si
occupi
- della preparazione dei fidanzati al matrimonio e
della cura del post-matrimonio
- della preparazione delle famiglie al battesimo dei
figli
- di curare la formazione delle famiglie durante il
completamento dell’iniziazione cristiana dei figli (prima comunione
– cresima) al scopo della riscoperta e della rifondazione della fede.
Le stesse famiglie, incontrate occasionalmente per la
preparazione ai sacramenti , vengano poi invitate a continuare il
cammino partecipando ai Cenacoli del Vangelo che dovranno
gradualmente assumere il volto di piccole comunità sul territorio.
Si organizzeranno, inoltre, momenti ricreativi per le famiglie al
fine di utilizzare il tempo del riposo dal lavoro come tempo della
fraternità.
c) Per quanto riguarda i giovani, viene proposta una commissione
per la pastorale dei giovani che curi il post cresima, la formazione
dei giovani presenti nei gruppi, l’oratorio, l’evangelizzazione di
tutti gli altri giovani.
d) Realizzare nel territorio comunale esperienze di pastorale
integrata attraverso incontri ed esperienze di ospitalità, incontri
culturali e di fraternità.
LA
LITURGIA "quando
fu a tavola con loro...si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero"
“L’Eucaristia si pone come fonte e insieme come culmine di tutta l’evangelizzazione,
poiché il suo fine è la comunione degli uomini con Cristo e in lui col
Padre e con lo Spirito Santo. Le nostre parrocchie non si stanchino di
ribadire a ogni cristiano il dovere-bisogno della fedeltà alla messa
domenicale e festiva e di vivere cristianamente la domenica e le feste.
La vita della parrocchia ha il suo centro nel giorno del Signore e l’Eucaristia
è il cuore della domenica […]
La qualità delle celebrazioni eucaristiche
domenicali e festive va curata in modo particolare: equilibrio tra
Parola e sacramento, cura dell’azione rituale, valorizzazione dei
segni, legame tra liturgia e vita”. ( CEI Il volto missionario
delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 8 )
Per camminare in tale direzione saranno avviate le
seguenti attività coordinate dal Gruppo Liturgico:
- Coinvolgere i gruppi parrocchiali e i fanciulli del
catechismo nella preparazione e nell’animazione della Messa
domenicale
- Organizzare il servizio dell’accoglienza (accogliere
all’ingresso i fedeli, curare la distribuzione dei libri dei canti
ecc.)
- Ricostituire il gruppo dei ministranti
- Potenziare l’animazione liturgico-musicale e
migliorare la partecipazione dell’assemblea ai canti
- Valorizzare l’Adorazione Eucaristica
mensile o settimanale e in particolari festività dell’anno.
LA
CARITA' “essi
partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme”
“ La presenza della parrocchia nel territorio si esprime anzitutto nel
tessere rapporti diretti con tutti i suoi abitanti, cristiani e non
cristiani, partecipi della vita della comunità o ai suoi margini. Nulla
nella vita della gente, eventi lieti o tristi, deve sfuggire alla
conoscenza e alla presenza discreta e attiva della parrocchia, fatta di
prossimità, condivisione, cura..[…]
Presenza nel territorio vuol dire sollecitudine verso
i più deboli e gli ultimi, farsi carico degli emarginati, servizio dei
poveri, antichi e nuovi, premura per i malati e per i minori in
disagio.[…]
L’apertura della carità, tuttavia, non si ferma ai
poveri della parrocchia o a quelli che la incontrano di passaggio: si
preoccupa anche di far crescere la coscienza dei fedeli in ordine ai
problemi della povertà nel mondo, dello sviluppo nella giustizia e nel
rispetto della creazione, della pace tra i popoli”.(CEI Il volto
missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 10).
A tal proposito la Caritas Parrocchiale coordinerà
le seguenti iniziative:
- Indagine conoscitiva di situazioni di
bisogno esistenti in parrocchia anche attraverso la collaborazione dei
gruppi parrocchiali e dei ministri straordinari della S. Comunione
Maggior coinvolgimento dei gruppi parrocchiali e di volontariato nell’assistenza
alle persone ammalate o sole.
- Assistenza alle famiglie col Banco Alimentare integrato
con raccolte domenicali in chiesa
- Centro di Ascolto come aiuto nell’affrontare
problemi o situazioni di disagio, almeno una volta la settimana.
- Realizzazione nel territorio comunale di esperienze
di pastorale integrata attraverso incontri e una fattiva
collaborazione con le caritas parrocchiali e i gruppi di volontariato.
LA
FORMAZIONE DEGLI OPERATORI DELLA PASTORALE “
riferirono ciò che era accaduto”
“ La missionarietà della parrocchia esige che gli spazi della
pastorale si aprano anche a nuove figure ministeriali, riconoscendo
compiti di responsabilità a tutte le forme di vita cristiana e a tutti
i carismi che lo Spirito suscita […] Solo con un laicato
corresponsabile, la comunità può diventare effettivamente missionaria.
La cura e la formazione del laicato rappresentano un impegno urgente da
attuare”. (CEI Il volto missionario delle parrocchie in un mondo
che cambia, n. 12).
Per migliorare il servizio degli operatori della
pastorale si promuoveranno le seguenti attività:
- Organizzare incontri di formazione per i
catechisti, gli animatori di liturgia ,gli operatori della carità, gli
animatori dell’oratorio, i responsabili dei gruppi
- Favorire la partecipazione ai corsi diocesani
Al fine, poi, di favorire lo sviluppo nei laici di una forte
personalità di fede e di vocazioni al servizio ecclesiale, è opportuno
pensare a:
- percorsi formativi per tutti i gruppi e in
modo particolare per quelli giovanili
- incontri di studio (seminari, laboratori,
convegni, conferenze, dibattiti) sui documenti pastorali e su tematiche
di attualità sociale
Affidiamo tutti questi nostri propositi all’intercessione della
Vergine Maria e del nostro Patrono S. Mauro Abate perché diano frutti
di rinnovamento interiore.
Aci Castello, 19 Novembre 2005
|