Foglio parrocchiale
            

13 Aprile 2003

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Gli auguri pasquali del parroco

 

      Carissimi,
      l’itinerario quaresimale è giunto ormai al culmine con i giorni della Settimana Santa e in particolare con il Triduo pasquale ( giovedì, venerdì e sabato santo),che precede la domenica di Pasqua. Vi offro alcuni spunti per la vostra riflessione individuale e familiare, affinché interiorizziamo il mistero grande che andiamo a celebrare. Che ciascuno e tutti si possa vivere con gioia e gratitudine la Pasqua del Signore.
                                                                                                                                                                        Don Vittorio

 

1.  Giovedì santo

- Testo di riferimento: il Vangelo di Giovanni (cap. 13, versetti da 1 a 15)
- Il giovedì santo permette di riscoprire l’infinito amore del Padre rivelato in Cristo Gesù. Al centro troviamo l’eucaristia, il sacerdozio e l’amore fraterno, rappresentato dal gesto della lavanda dei piedi.
- La vita pasquale è vita eucaristica; ciascun cristiano è chiamato a credere alla presenza di Gesù nell’Eucaristia, a rispondere all’invito di Gesù: “amatevi” e ad imparare da Lui il servizio ai fratelli.
- Nella vita la Pasqua si traduce in amore, servizio, centralità dell’Eucaristia, preghiera comune, impegno per il mondo, collaborazione in parrocchia, ecc.

- Alcune domande:
Gesù si è fatto servo per amore. Come vivi la dimensione del servizio?

Gesù ci chiede di amarci come ci ha amato Lui. Cerchi di amare come Lui, cioè sempre, sempre più, tutti?

Gesù Eucaristia è il centro della nostra vita individuale e comunitaria. Come ti accosti a Lui? Vivi spesso la gioia della comunione eucaristica?

2. Venerdì santo

- Testo di riferimento: il Vangelo di Giovanni (cap. 19, versetti da 31 a 42)
- Il venerdì santo mostra Cristo Re Crocifisso e servo sofferente.
- La memoria della Passione, l’adorazione della Croce e la comunione eucaristica offrono ai cristiani un cammino che conduce alla vita nuova dove la misura dell’amore è amare senza misura.
- La vita pasquale chiede ai cristiani di vivere ogni esperienza di dolore come autentica espressione di amore in compagnia con Gesù.
 

 

 Nella vita la Pasqua diventa capacità di vivere ogni momento come momento di Dio: il dolore, la prova, le incomprensioni, le infedeltà, l’anzianità, la malattia, la fatica quotidiana, il lavoro… tutto acquista valore redentivi,cioè di offerta di amore per gli altri.
- Alcuni spunti:
   Cerca anche tu un modo per far “memoria”, cioè ricordare e rivivere l’amore di Gesù in croce.

   Digiuna dal superfluo, dalle gelosie, dalla maldicenza…

   Scegli di donare la tua vita e le tue cose agli altri (cominciando dal frutto del tuo digiuno).

 

3. Sabato santo

- Testo di riferimento: il Vangelo di Giovanni (cap. 19, versetti da 25 a 27)
- Il sabato santo è l’ora di Maria. Gesù muore fisicamente sull’alto della croce, la Madonna muore misticamente ai piedi della croce.
- Lo Spirito Santo dà a Maria, dopo l’oscurità della tomba, la fede nella resurrezione.
- La vita pasquale è vita di silenzio, l’amore si comunica con i gesti, l’attesa, la pazienza.
- La vita pasquale è vita mariana, da Lei impariamo la speranza e la fiducia in Cristo.
- Nella vita la Pasqua è saper tacere al momento giusto, dominio di se stessi, speranza continua da vivere e da testimoniare.
- Alcuni spunti :
   Nel tempo dell’attesa, nel silenzio che a volte ci abita, dov’è il nostro cuore?

   Sai essere vigilante nella preghiera, attendendo la luce del Risorto?

   Che posto ha Maria nella tua vita?

 

4. Domenica di Risurrezione

- Testo di riferimento: il Vangelo di Giovanni (cap. 20, versetti da 1 a 9)
- La domenica di Risurrezione, che comincia con la Veglia pasquale della notte, è tutta luce, gioia e annuncio di vita nuova.
- E’ rinnovo delle promesse battesimali, è impegno a vivere da risorti ed evangelizzatori del Cristo morto e risorto per amore.
- La Pasqua di Cristo è la nostra Pasqua, viverla intensamente in famiglia e in parrocchia comporta la vera conversione della vita.
- La vita pasquale è vita di incontro, di pace, di gioia, di comunione. La vita pasquale è vita ecclesiale, di continuo annuncio del Risorto ai fratelli.
- Nella vita la Pasqua è vita di armonia, di gioia festosa, di pace con tutti, a cominciare dai più vicini, vita che si apre ad altre famiglie, che fa della parrocchia una “famiglia di famiglie”.
- Alcune domande:

  Gesù è risorto, ci credi? Cosa cambia questo evento nella tua vita?

   Senti l’esigenza di comunicare agli altri che Cristo è risorto?

  Senti la tua appartenenza alla comunità ecclesiale?

Auguri

I  GIOVANI  E  LA  PACE

     Quest’ articolo avrebbe dovuto trattare delle iniziative in favore della pace organizzate e svoltesi durante le vacanze natalizie. Avrei dovuto raccontare della fiaccolata per la pace svoltasi ad Acicastello nel giorno di Capodanno, che ha registrato una nutrita partecipazione andata oltre le più rosee previsioni; avrei dovuto raccontare dell’ impegno profuso da noi giovani della parrocchia nel creare e mettere in pratica quest’ evento, e delle bandiere di pace che fin da allora  hanno “dipinto” i balconi del nostro paese (quando ancora nel resto d’ Italia se ne vedevano ben poche). Ma non me la sono sentita di raccontare tutto questo, visto il precipitare degli eventi e l’ inizio della guerra in Iraq.
   Per mesi giornalisti, politici, strateghi militari hanno cercato di convincerci della necessità di questa guerra; si è a lungo parlato di una guerra indolore che nel giro di poche ore avrebbe eliminato il regime iracheno e donato al popolo libertà e felicità….Ma quanto queste “chiacchiere” sono state lontane dalla realtà..!!! Dopo pochi giorni dall’ inizio del conflitto la guerra che doveva essere indolore si è trasformata nella campagna “colpisci e terrorizza”(denominata così dagli americani)! Le atroci immagini della tv (sempre più cinica e speculatrice) e i racconti dei giornalisti hanno confermato quello che da secoli ci insegna la storia: chi soffre veramente una guerra sono le popolazioni e non i vertici! E come negare ciò, dopo aver visto la paura negli occhi dei prigionieri, ma anche negli occhi di chi si sforzava di festeggiare l’ arrivo delle forze angloamericane? E quante decine di migliaia di morti bisogna contare per capire quanto sono stupide le ragioni di chi si schiera dall’ una o dall’ altra parte? Di fronte alla morte non ci sono iracheni e angloamericani e nemmeno civili e militari, ci sono solo uomini! Quanti appelli affinché si fermi questa barbarie dovrà ancora pronunciare il Papa? E ciò che fa più indignare e disgustare è che, a conflitto non ancora concluso, già i futuri “vincitori” discutono sulla futura amministrazione irachena, disinteressandosi del vero problema che è sotto gli occhi di tutto il mondo: l’ emergenza umanitaria! Ci sono milioni di uomini, donne e bambini senza acqua, cibo e abitazione e colpiti dal dolore dei lutti familiari!
   E anche se, nel giorno in cui scrivo, la guerra sembra avviarsi alla conclusione…quello che più deve preoccupare è il concetto, diventato ormai di moda, di “guerra preventiva”. Un concetto che potrebbe essere spiegato con la frase “elimina il prossimo tuo se può diventare tuo nemico”!

 

 

Con questo principio in pratica ogni nazione si sentirebbe giustificata nell’ intraprendere un conflitto armato, mettendo da parte ogni fondamento di diritto internazionale, ed alimentando, come in molti ormai hanno capito, quel terrorismo che invece si vorrebbe combattere.
    Ancora più assurdo è sentire nelle parole dei governanti la convinzione che, in tale impresa militare,” Dio è con loro”! Proprio durante la manifestazione per la pace del primo gennaio abbiamo letto frasi dai vari testi sacri a dimostrazione che tutte le religioni ripudiano la guerra.
    E soprattutto la religione cristiana non può nemmeno concepire il concetto di guerra perché è la religione dell’ amore, l’ amore tra gli uomini e tra Dio e gli uomini! Il cristiano quindi non dovrebbe solo pregare per la pace ma dovrebbe anche comunicare e dimostrare sempre la propria avversione contro l’ odio e la violenza.
   Oggi quindi, per non vivere la guerra con rassegnazione, è necessario tenere viva la sempre più diffusa opinione pubblica contro le guerre, e nel fare ciò i cristiani, e specialmente i giovani cristiani, hanno un ruolo e una responsabilità di primo piano!

Davide Scaccianoce

 

 

La pace come cammino

    

   Più   Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.

   La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale "vita pacifica".

    Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.   E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi parte. Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai - su questa terra s'intende - pienamente raggiunta.

                                                                                                                         Tonino Bello

 

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