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Gennaio 2005
“Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”
GIORNATA MONDIALE
DELLA PACE
Acicastello, 1 gennaio 2005
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Inizia un nuovo anno. Con il suo carico di attese e anche
di timori. E non mancano motivi per gli uni e per gli altri, a livello
individuale e privato ed anche collettivo e perfino mondiale. Ciò che
accade nel mondo, lontano da noi, si fa vicino, ci raggiunge e diventa
causa di preoccupazione, suscita partecipazione, provoca un’eco nel
nostro animo.
L’immane tragedia
che ha colpito il sud-est asiatico il 26 dicembre 2004 è l’ultima
tragica conferma. La “grande onda” ha preso dove ha voluto. Non ha
chiesto l’età, né il Paese, né se si fosse locali o stranieri. Ha
scelto e portato con sé chi ha voluto. Bambini, molti, perché erano
leggeri e facili da prendere. Ma anche vecchi e giovani inservienti
degli hotel o pescatori già per mari. E ricchi turisti arrivati da
lontane città occidentali. Sposini in viaggio di nozze. Poveri,
tantissimi poveri. Buddisti, musulmani, cristiani.
La “grande
onda” della morte non ha fatto distinzioni, ha afferrato tutti
insieme. Un nuovo diluvio universale, un’immensa babele. In questi
giorni ho ripensato al Vangelo letto durante il periodo di avvento: ai
tempi di Noè mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito…e non
si accorsero di nulla. E il diluvio li inghiottì tutti.
Com’è fragile la
nostra esistenza! In un istante perdi tutto…La “grande onda” è
velocissima…Noi però sappiamo che la misericordia di Dio è più
veloce dell’onda e molto più grande della morte. La misericordia di
Dio ha abbracciato tutti prima di quell’onda…
L’inizio dell’anno
significa anche e soprattutto la grande speranza della pace, per
un’umanità meno sofferente e più riconciliata. Celebriamo difatti
la Giornata Mondiale
della Pace.
La pace. Un
bene da costruire perché “dappertutto c’è bisogno di pace”. Un
dono al quale tutti devono partecipare, “perseguendo sempre il bene
con coraggio”. Il papa anche quest’anno ha rivolto a tutti gli
uomini – non solo ai cristiani – uno speciale messaggio per
la pace. L
’unica via per costruirla è fuggire il male con orrore e perseguire
sempre con coraggio il bene.
Soffriamo tutti ogni
volta che il mondo si colora di male, di violenza, di cattiveria, di
paura di odio. Abbiamo pianto tutti quando la televisione ci ha mostrato
il volto terrorizzato di ragazze e ragazzi che hanno assistito
all’orribile e assurdo massacro avvenuto nella scuola della lontana
Ossezia, dove dei terroristi li avevano presi in ostaggio, prigionieri
dell’odio.
Abbiamo pianto e
abbiamo pregato.
Chiediamo anche oggi a
Gesù, Principe della Pace, di curare le ferite che l’odio lascia, le
ferite più profonde, quelle che restano nella mente e nel cuore di
tanti bambini e delle loro famiglie. Che il Signore apra la mente e
fermi la mano di chiunque, in qualsiasi parte del mondo, semina
uccisione e fa crescere infinite tristezze.
Dona a
tutti, o Signore, il sacro rispetto per la vita di ogni persona!
Il rispetto per
la vita. Sempre. Da
parte di tutti!
Mai più, o Dio, la violenza! Mai più il
terrorismo.
Mai più
la guerra. Mai
più la fame e le ingiustizie.
Mai più!
Abbiamo
bisogno di pace, abbiamo bisogno dei bambini. Abbiamo bisogno di voi
cari bambini per dare più fiato alla nostra preghiera. Abbiamo bisogno
della vostra voce, della vostra volontà e della vostra intelligenza,
per dire al Signore, con serietà:
Comincio
io, Signore, a vincere il male.
Comincio io a stare dalla parte del bene,
sempre, senza eccezioni, senza
compromessi,
anche quando mi costa fatica,
anche quando il bene è meno simpatico del
male.
Già perché non
sempre il male è orribile e fa paura. Molto più spesso si traveste,
entra dentro di noi mascherato da “che male c’è?”, oppure
“tanto lo fanno tutti” o, ancora, “fai così che è più
comodo”.
Non
lasciamolo entrare, ragazzi.
Per il
bene più grande, per il bene di tutti, perché il bene è il valore e
il rispetto della vita di ogni persona, e vogliamo dire a Dio – e Lui
saprà farlo sapere a tutti – che ci impegniamo noi per primi.
Costi quello che
costi!
Siete disposti
ragazzi a qualche sacrificio per avere un mondo pieno di pace, di amore,
di giustizia, di gioia per tutti?
Siete
disposti anche a rinunciare a qualche cosa in cambio del dono della
pace?
Non ci
perdereste nulla, sapete, perché con la pace si ha davvero tutto,
mentre senza la pace tutto è perduto.
Shalom! Vi auguro di realizzare il dono-compito della pace.
Il vostro parroco.
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E
ritorna......... S. Mauro ritorna |
S. Mauro ritorna e
col suo ritorno, speranze, sogni, aspettative e ricordi affiorano nella
mente.
Ho avuto la grande
fortuna di conoscere molto bene un nostro concittadino illustre quanto
schivo: l'ing. Pietro Guglielmino, per averlo aiutato negli ultimi anni
della sua vita professionale;(quando la vista cominciava a tradirlo), a
smaltire i lavori pendenti di consulente tecnico esterno del comune di
Catania; e mi sovviene a distanza di tempo che quando si approssimava la
festa di S. Mauro, soleva spesso raccontarmi un fatto saliente
accadutogli, quando lui ventiquattrenne giovane tenente dell'esercito
italiano nella guerra del 15/18, si trovava al fronte sulle arse doline
carsiche a custodia dei sacri confini della patria, per partecipare alla
conquista successiva di Zara e Dubrovnich. Il che è avvenuto in
condizioni disumane, letteralmente, marciando su cadaveri e su terreni
infami.
Era un 15 gennaio
dei predetti anni, si trovava col suo giovane attendente in una
postazione quando arriva dal Comando Superiore, un ordine da trasmettere
alle altre postazioni vicine; l'attendente con cieca ubbidienza scatta
in piedi pronto ad eseguire gli ordini, ma il tenente Guglielmino lo
esime da tale incarico e preferisce andare lui stesso ad eseguire gli
ordini superiori; il tempo giusto per spostarsi dalla postazione, che
una granata nemica cade nella stessa postazione, uccidendo il giovane e
fedele attendente; era il 15 gennaio del 1915/1918.
A tale punto del
racconto, vedevo gli occhi tumidi dell'ing. Guglielmino velarsi di
tristezza e qualche malcelata lacrima solcare il suo viso.
Adesso a distanza
di anni avendolo conosciuto bene e soprattutto avendo conosciuto meglio
la sua nobiltà d'animo, comprendo che quelle lacrime, non erano solo un
ringraziamento per il suo scampato pericolo, ma sono più che certo che
erano lacrime dedicate esclusivamente alla vita spezzata del suo
adolescente e devoto attendente.
Preghiamo S. Mauro,
affinché allontani sempre i bagliori sinistri delle guerre, e faccia
sempre tacere il linguaggio funesto e irragionevole delle armi, che
producono effetti devastanti e luttuosi e faccia prevalere il linguaggio
della ragione e della pace; il linguaggio chiaro e comprensibile per
tutti che non squalifica l'uomo né la società.
Viva
S. Mauro
Gaetano
Greco
(congregato)
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