La
via per la Pace: “ Vincere con il Bene il Male.”
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“Acicastello dipinta di Pace!” è lo striscione
che ha dato il titolo alla marcia della pace svoltasi nella comunità
castellese la sera del 1 gennaio 2005.
Dentro
questo titolo c’è un desiderio, un anelito che ci fa ben sperare; è rasserenante,
infatti, poter immaginare la nostra città trasfigurata da questa
dimensione, dove pace non significa solo il contrario di guerra, ma
anche l’ appartenenza alla famiglia umana che conferisce ad ogni
persona una specie di cittadinanza mondiale.
“Amore
+ Rispetto + Amicizia + Fratellanza = PACE ;”
“Costruiamoci
la PACE in amore e fratellanza;”
“Giovani
e Pace camminano insieme.”
Questi, alcuni dei messaggi dei numerosi striscioni che hanno scandito
tale consapevolezza.
Parole
sinceramente pensate e meditate nel laboratorio in cui si è trasformato
l’oratorio nei giorni scorsi.
Bambini,
ragazzi, giovani del Gruppo Sportivo, all’interno del più vasto
progetto “Oratorio Spazio di Vita”, hanno risposto con entusiasmo
all’invito di partecipare alla marcia della Pace, indetta da don
Vittorio, collaborato dal gruppo parrocchiale dei Giovani.
Non
hanno solo partecipato, ma sono diventati protagonisti di questo
piccolo, ma significativo evento, accomunati dalla stessa motivazione:
testimoniare la pace!
Concitati
nella ricerca di vecchie lenzuola bianche per realizzare striscioni,
impiastricciati di colori a tempera, i ragazzi hanno animato
l’oratorio, dandogli vita.
Saturo
dell’odore acre del diluente, il salone, infatti, riecheggiava di
voci, di rumori, di risate, di gioia.
La
marcia è stata una bella festa, illuminata e punteggiata dalle torce
che rischiaravano i volti delle numerose persone, che si univano al
canto, anche se in un inglese stentato, intonato dal gruppo Giovani.
Si
cantava perché cantare è pregare due volte e tutti, mossi da un
desiderio di umanità in pace, innalzavano la loro preghiera con la
speranza di raccogliere l’esortazione del Papa: “Non lasciarti
vincere dal Male, ma vinci con il Bene il Male (Rm 12,21).”
Incisivo
ed eloquente il gesto, compiuto da alcuni bimbi presenti, che hanno
gettato le armi – giocattolo nella spazzatura, ricevendo in cambio una
“bacchetta magica” pirotecnica.
Stretti
in un grande cerchio, disegnato dallo scintillio delle fiaccole
colorate, come in un abbraccio collettivo, la nostra comunità era un
piccolo spaccato di umanità, che si specchiava negli striscioni tenuti
alti dai bambini, disposti in fila, l’uno accanto all’altro, nel
gradone del cortile, mentre il muro bianco faceva da sfondo ai loro
messaggi.
Bruno,
emozionato e spontaneo, lasciando la mano della sua mamma e stringendo
quella di don Vittorio, ha dato voce alle frasi.
Chissà
se in quel muro bianco ciascuno di noi ha provato a scrivere una parola,
un proposito, un impegno per la Pace?
Se
solo ci siamo posti l’interrogativo se siamo in pace con noi stessi,
allora non è stato inutile esserci ritrovati. Possiamo sperare di
essere costruttori di Pace!
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MIO
FIGLIO ICONA DI UN SEGRETO NASCOSTO
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Hai mai provato a pregare davanti a tuo figlio
piccolo mentre dorme? E’ come mettersi di fronte ad un’icona. Il
bambino indifeso che dorme è la pura immagine del divino che si concede
a ciascuno senza dettare condizioni,con la sua sola presenza, non
chiedendoci nient’altro che capire che Lui è lì dentro. Dentro un
bambino come dentro un tabernacolo. E io ci posso pregare davanti, quasi
la sua carne sia l’ innocentissima materializzazione di Dio. E lo è.
Quante volte
quante volte stringendolo mi trovo a dirmi che non si può non pensare a
un figlio come a un dono, al massimo bene che Dio poteva affidarci: la
vita, cioè se stesso. Perché è chiaro che la vita è sua, e non
nostra: noi possiamo simulare il creato, riprodurrete l’esistenza come
un artista pur bravo ricostruisce quel che vede.
Ma la vita- mia figlia, tuo figlio- è sua, un condensato
d’amore , una molecola d’eternità che dall’Eterno direttamente
arriva e a Lui è chiamata a tornare. Non è possibile pensare che
questa perfezione, sia opera nostra: ogni bambino viene al mondo con il
software necessario per vivere, è la creatura umana allo stato
naturale, cos’ì com’è uscita dalle mani di Dio. Ecco allora che mi
viene in mente il suo ammonimento:” se non ritornerete come
bambini…”: riconoscersi bisognosi di tutto. Può fare un solo passo
un bimbo piccolo, senza qualcuno che lo aiuti? Il suo potere è solo
manifestare ogni esigenza, ed esternare gratitudine per ottenere ancora.
La sua vita è condensata nel chiedere, la sua stessa sopravvivenza è
legata all’ottenere: la grazia non è forse come il cibo che mia
figlia domanda a ore
regolari? E io, perché allora penso di poterne fare a meno?
Perché fatico a chiedere, quando è chiaro da tutta la mia natura che
la vita è necessità, attesa, bisogno, nostalgia del Totalmente Altro?
Il
neonato, il figlio che dorme è il Dio bambino affidato alle mani degli
uomini, prodigio indecifrabile. Ricordiamocelo anche quando ci fa
arrabbiare e guardiamo quel bambino che in quel momento vorremmo
diverso, più ubbidiente, più bravo, più come lo vorremmo noi,
guardiamolo con gli occhi di Dio! E davanti a quell’icona di Dio che
è nostro figlio così com’è chiediamo a Lui il Suo cuore per poterlo
amare come Lui lo ama.
Ogni figlio che si affida incondizionatamente a me padre, che
solo con me non ha paura, che da me si fa lanciare in aria perché è
sicuro di essere ripreso, è richiamo al mio dovermi abbandonare con
fiducia senza condizioni al Padre: “Signore da chi andremo tu solo hai
parole di vita eterna?.
Ogni figlio che nasce è il Dio che si è fatto bambino perché
noi, diventati bambini, possiamo diventare come Lui . E allora anche noi
genitori potremmo diventare immagine, icona di Dio per i nostri figli,
capaci di lasciar indovinare colui che non si può toccare e di
suscitare il desiderio di conoscerlo.
E saremo come Maria,
madre e figlia del Figlio.
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