Foglio parrocchiale
            

 


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8 Gennaio 2005 

 

La via per la Pace: “ Vincere con il Bene il Male.”


    “Acicastello dipinta di Pace!” è lo striscione che ha dato il titolo alla marcia della pace svoltasi nella comunità castellese la sera del 1 gennaio 2005.
    Dentro questo titolo c’è un desiderio, un anelito che ci fa ben sperare; è rasserenante, infatti, poter immaginare la nostra città trasfigurata da questa dimensione, dove pace non significa solo il contrario di guerra, ma anche l’ appartenenza alla famiglia umana che conferisce ad ogni persona una specie di cittadinanza mondiale.

“Amore + Rispetto + Amicizia + Fratellanza = PACE ;”

“Costruiamoci la PACE in amore e fratellanza;”

“Giovani e Pace camminano insieme.”

    Questi, alcuni dei messaggi dei numerosi striscioni che hanno scandito tale consapevolezza.
    Parole sinceramente pensate e meditate nel laboratorio in cui si è trasformato l’oratorio nei giorni scorsi.
    Bambini, ragazzi, giovani del Gruppo Sportivo, all’interno del più vasto progetto “Oratorio Spazio di Vita”, hanno risposto con entusiasmo all’invito di partecipare alla marcia della Pace, indetta da don Vittorio, collaborato dal gruppo parrocchiale dei Giovani.
    Non hanno solo partecipato, ma sono diventati protagonisti di questo piccolo, ma significativo evento, accomunati dalla stessa motivazione: testimoniare la pace!
    Concitati nella ricerca di vecchie lenzuola bianche per realizzare striscioni, impiastricciati di colori a tempera, i ragazzi hanno animato l’oratorio, dandogli vita.
    Saturo dell’odore acre del diluente, il salone, infatti, riecheggiava di voci, di rumori, di risate, di gioia.
    La marcia è stata una bella festa, illuminata e punteggiata dalle torce che rischiaravano i volti delle numerose persone, che si univano al canto, anche se in un inglese stentato, intonato dal gruppo Giovani.
    Si cantava perché cantare è pregare due volte e tutti, mossi da un desiderio di umanità in pace, innalzavano la loro preghiera con la speranza di raccogliere l’esortazione del Papa: “Non lasciarti vincere dal Male, ma vinci con il Bene il Male (Rm 12,21).”
    Incisivo ed eloquente il gesto, compiuto da alcuni bimbi presenti, che hanno gettato le armi – giocattolo nella spazzatura, ricevendo in cambio una “bacchetta magica” pirotecnica.
    Stretti in un grande cerchio, disegnato dallo scintillio delle fiaccole colorate, come in un abbraccio collettivo, la nostra comunità era un piccolo spaccato di umanità, che si specchiava negli striscioni tenuti alti dai bambini, disposti in fila, l’uno accanto all’altro, nel gradone del cortile, mentre il muro bianco faceva da sfondo ai loro messaggi.
    Bruno, emozionato e spontaneo, lasciando la mano della sua mamma e stringendo quella di don Vittorio, ha dato voce alle frasi.
   Chissà se in quel muro bianco ciascuno di noi ha provato a scrivere una parola, un proposito, un impegno per la Pace?
    Se solo ci siamo posti l’interrogativo se siamo in pace con noi stessi, allora non è stato inutile esserci ritrovati. Possiamo sperare di essere costruttori di Pace!

 

MIO FIGLIO ICONA DI UN SEGRETO NASCOSTO


    Hai mai provato a pregare davanti a tuo figlio piccolo mentre dorme? E’ come mettersi di fronte ad un’icona. Il bambino indifeso che dorme è la pura immagine del divino che si concede a ciascuno senza dettare condizioni,con la sua sola presenza, non chiedendoci nient’altro che capire che Lui è lì dentro. Dentro un bambino come dentro un tabernacolo. E io ci posso pregare davanti, quasi la sua carne sia l’ innocentissima materializzazione di Dio. E lo è.

    Quante volte quante volte stringendolo mi trovo a dirmi che non si può non pensare a un figlio come a un dono, al massimo bene che Dio poteva affidarci: la vita, cioè se stesso. Perché è chiaro che la vita è sua, e non nostra: noi possiamo simulare il creato, riprodurrete l’esistenza come un artista pur bravo ricostruisce quel che vede.

    Ma la vita- mia figlia, tuo figlio- è sua, un condensato d’amore , una molecola d’eternità che dall’Eterno direttamente arriva e a Lui è chiamata a tornare. Non è possibile pensare che questa perfezione, sia opera nostra: ogni bambino viene al mondo con il software necessario per vivere, è la creatura umana allo stato naturale, cos’ì com’è uscita dalle mani di Dio. Ecco allora che mi viene in mente il suo ammonimento:” se non ritornerete come bambini…”: riconoscersi bisognosi di tutto. Può fare un solo passo un bimbo piccolo, senza qualcuno che lo aiuti? Il suo potere è solo manifestare ogni esigenza, ed esternare gratitudine per ottenere ancora. La sua vita è condensata nel chiedere, la sua stessa sopravvivenza è legata all’ottenere: la grazia non è forse come il cibo che mia figlia domanda  a ore  regolari? E io, perché allora penso di poterne fare a meno? Perché fatico a chiedere, quando è chiaro da tutta la mia natura che la vita è necessità, attesa, bisogno, nostalgia del Totalmente Altro?

     Il neonato, il figlio che dorme è il Dio bambino affidato alle mani degli uomini, prodigio indecifrabile. Ricordiamocelo anche quando ci fa arrabbiare e guardiamo quel bambino che in quel momento vorremmo diverso, più ubbidiente, più bravo, più come lo vorremmo noi, guardiamolo con gli occhi di Dio! E davanti a quell’icona di Dio che è nostro figlio così com’è chiediamo a Lui il Suo cuore per poterlo amare come Lui lo ama.

    Ogni figlio che si affida incondizionatamente a me padre, che solo con me non ha paura, che da me si fa lanciare in aria perché è sicuro di essere ripreso, è richiamo al mio dovermi abbandonare con fiducia senza condizioni al Padre: “Signore da chi andremo tu solo hai parole di vita eterna?.

    Ogni figlio che nasce è il Dio che si è fatto bambino perché noi, diventati bambini, possiamo diventare come Lui . E allora anche noi genitori potremmo diventare immagine, icona di Dio per i nostri figli, capaci di lasciar indovinare colui che non si può toccare e di suscitare il desiderio di conoscerlo.

             E saremo come Maria, madre e figlia del Figlio.

 

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