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Archivio 27
Marzo 2005
PASQUA EUCARISTICA
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La Pasqua ha senso solo se la viviamo come
occasione favorevole e preziosa per incontrare il Signore al centro
della nostra vita, per scoprirLo e riscoprirLo come la risposta vera e
decisiva alla nostra insopprimibile sete di felicità, di gioia e di
pace, ai nostri desideri profondi, alle nostre speranze, alle nostre
attese…
La Pasqua dunque come un incontro col Risorto, che
può fare realmente risorgere la nostra vita interiore, continuamente
minacciata e "aggredita" dall'agitazione, dal frastuono, dalla
distrazione, dallo scoraggiamento…Un incontro vivificante che può
farci scoprire la gioia di una pienezza, dell'essenzialità di vita,
della semplicità di cuore, del diventare pane per gli altri.
La Pasqua quest'anno assume un significato tutto
particolare. Nell'anno che il papa ha voluto dedicare all'Eucaristia
(dall'ottobre 2004 all'ottobre 2005), in ideale prosecuzione con l'anno
del Rosario, il Signore ci indica la via attraverso cui la nostra attesa
scaturisca in una pienezza di vita: è l'Eucaristia!
Il sacramento dell'Eucaristia è il memoriale della
Pasqua del Signore (il sacrificio della sua passione, morte e
risurrezione che si rinnova sull'altare), è banchetto di fraternità
(comunione d'amore, nella compagnia degli uomini salvati e redenti in
Lui, con tutta la Chiesa), è anticipazione di quella che sarà la
nostra gloria futura.
Attorno all'Eucaristia nasce e si edifica la
comunità, innanzi tutto nel giorno del Signore Risorto, la domenica.
L'Eucaristia che celebriamo la domenica ci aiuta a sperimentare la
presenza viva di Cristo Risorto; presenza da accogliere nel concreto
della nostra umanità e quotidianità. L'Eucaristia è incontro con
Cristo, è perdono e riconciliazione, è ascolto e comunicazione,
apertura e guarigione delle nostre chiusure. L'Eucaristia è festa,
bella Notizia, dono per tutti, anche per chi non viene o non è mai
venuto in chiesa; anzi, il Signore attende con gioia innanzi tutto lui…
La Santa Messa domenicale è il vero appuntamento d'amore con Gesù che
ha tutto Se stesso per noi. Ad ogni Messa ci è dato di prendere parte
al Mistero dell'amore di Dio e di sperimentare che davvero il Signore è
con noi, è vivo e vuole rimanere con noi, entrare nella nostra casa,
colmarla di pace e di gioia.
Gesù è presente e si fa sentire, è Amore e
avvolge, è tenerezza e consola. È pane e nutre e sorregge, è rifugio
nel quale abitare sicuro.
Mi piace concludere riportando alcuni brani di una
lettera di Antonio, un soldato italiano di 25 anni, di servizio a
Nassiriya, in Iraq. E' una lettera che fa tanto bene a chi di noi sente
la Santa Messa come una routine noiosa o come soltanto un dovere da
compiere. Per Antonio, invece, la Messa è diventata il centro di una
vita rischiosa sulle frontiere di una guerra.
"La
cosa che maggiormente mi ha aiutato, in questo lungo periodo nel
deserto, è stata, con mia grande gioia, la sorpresa di potermi giovare
quotidianamente dell'Eucaristia…Tutta la mia giornata, caratterizzata
da un lavoro lungo, impegnativo, e con pochi attimi di tregua o di
rilassamento, era improntata su quei momenti eucaristici…Sono partito
con l'incertezza nel cuore, con il dubbio circa l'utilità di
partecipare a questa missione, con nel cuore un interrogativo forse
anche più grande di me stesso. Sono tornato con una certezza, una
profonda certezza nel cuore: Lui ci è vicino sempre, più di quanto noi
possiamo pensare ed immaginare, non solo nei momenti da noi dedicati
alla preghiera, ma anche e soprattutto quando noi non lo cerchiamo,
quando ormai tutto sembra perduto, quando cade la nostra ultima risorsa,
quando sentiamo e crediamo di essere soli, quando stiamo pronunciando il
nostro "fiat": Lui è accanto a noi, dentro di noi, in noi…Lui
era lì con me attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, anche quando il
mio pensiero era intento a ben altre occupazioni; è ancora qui accanto
a me e lo sarà per sempre anche quando io, mio malgrado, lo offenderò
con il mio errore. Lo so perché il Suo amore l'ho sentito in quel
deserto e lo sento ancora, qui accanto a me."
Pace a te, Iraq! Pace ai tuoi figli di ogni
religione! Pace nelle case e nelle anime! Pace eucaristica, misteriosa
presenza di Dio che ama! Pace a te Antonio…Pace a te Acicastello. Il
Signore è veramente Risorto!
Don Vittorio, parroco
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A PROPOSITO
DI RIPRODUZIONE ASSISTITA
USIAMO LA
RAGIONE !
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La Legge del 19 Febbraio 2004 N° 40 fissa le norme
in materia di procreazione medicalmente assistita.
In presenza di un vuoto legislativo assoluto, la
legge consente la fecondazione medicalmente assistita favorendo la
soluzione di problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla
infertilità umana.
Il ricorso alla procreazione assistita è consentita
alle coppie di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età
potenzialmente fertile, entrambi viventi e solo quando sia accertata
l'impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della
procreazione.
La legge pone delle limitazioni per evitare abusi,
sperimentazioni selvagge, inutili stragi di embrioni.
Ha la finalità di armonizzare i diritti di tutti i
soggetti coinvolti, compreso il più debole ed indifeso dei soggetti in
questione che è l'embrione.
E' stata oggetto di aspre critiche tanto che contro
di essa sono stati proposti 5 referendum per abrogarla in tutto o in
parte.
Quattro di essi sono passati all'esame della Corte
Costituzionale e si svolgeranno, se non interverranno modifiche
legislative, prima dell'estate.
Siamo
sufficientemente informati su questa problematica così delicata?
Ci sentiamo interrogati come cittadini, come persone, come
cristiani?
Siamo pronti ad esprimerci con consapevolezza e
ragionevolezza?
Sono queste le domande che stanno alla base
dell'incontro svoltosi nell'oratorio parrocchiale il 12 Marzo 2005
avente per tema, " Riproduzione assistita:
luci ed ombre ".
Il Dott. R. Musumeci - biologo - ha presentato
l'argomento sotto l'aspetto scientifico illustrando le varie tecniche di
fecondazione cui le coppie si sottopongono.
La sua relazione ha sottolineato il grado di
invasività tecnico e psicologico di tali tecniche per i destinatari. Ha
spiegato, perciò, la gradualità dell'accesso che è uno dei principi
fissato dalla Legge N° 40/2004.
Il consenso informato è il secondo principio che
viene previsto, ha continuato il Biologo, al fine di garantire nella
coppia il formarsi di una volontà consapevole e consapevolmente
espressa. |
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Ancora viene
rimarcato che la Legge vieta il ricorso a tecniche di tipo eterologo e
stabilisce che le tecniche di riproduzione degli embrioni non devono
crearne un numero superiore a quello strettamente necessario ad un unico
e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre.
L'articolazione di queste norme ha fatto da scenario
all'intervento di Don Vittorio che ha trattato l'argomento sotto
l'aspetto etico - morale. Partendo, nella sua analisi,
dall'interrogativo: l'embrione chi è?, ha concluso che non è una cosa,
ma un essere. Infatti fin dal primissimo istante della sua esistenza
possiede un patrimonio genetico proprio e completo che si sviluppa in
modo autonomo in virtù di una forza interna al "suo
essere".
Al secondo interrogativo: dove va la nostra umanità?
ha risposto riaffermando la centralità della persona, e quindi
dell'uomo, creatura di Dio, destinatario di un progetto. La procreazione
affidata, quindi, ad ogni luogo diverso da quello umano, avulso
dall'incontro naturale tra un uomo ed una donna, toglie dignità all'
uomo che in quanto persona compendia in sé intelligenza, volontà e
potenza. Non possiamo permettere la disumanizzazione dell'uomo:
cominceremo questo processo , ha continuato Don Vittorio, se la Legge
sarà abrogata. Torneremo in quel " Far West " quotidiano che
ci chiude le nuove prospettive sulle questioni bioetiche, al centro
delle quali sta il tema della vita, che questa Legge, comunque
apre.
Nel libro della Genesi, alla fine della Creazione,
leggiamo che " era cosa molto buona ".
Siamo convinti che potrà continuare ad essere così
se consegniamo la vita, il nostro futuro di creature libere
all'artificio, alla sperimentazione ad ogni costo, a tecniche
preconfezionate finalizzate ad avere "un figlio" in braccio e
non il "figlio" mistero di amore?
Pensiamoci, riflettiamo ed usiamo la ragione! Con
questa esortazione si è concluso l'incontro animato da un pubblico
interessato ed attento.
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Cenacoli
del Vangelo
(Beati
quelli che ascoltano) |
Gli incontri dei Cenacoli del Vangelo
sono stati un'esperienza bellissima: quel ritrovarsi insieme, in casa,
fra amici, mi ha richiamato alla mente gli incontri delle prime
comunità dove i cristiani erano assidui nella preghiera, nell'ascolto e
nella frazione del pane.
Preghiera - Parola - Pane: le
tre "P" della salvezza! La preghiera
è mezzo che ci eleva e unisce a Dio. La Parola
è orientamento e meta nel nostro cmmino. Il Pane
è cibo di vita che ci dà forza ed energia . Ma soprattutto Parola e
Pane sono inscindibili perché ambedue sono il Cristo.
Ascoltare la Parola vuol
dire accoglierla con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le
forze. La Parola è il chicco di grano che il Seminatore getta nel
terreno. Se il terreno si apre ad accoglierlo, allora mette radici,
cresce e fruttifica.
L'incontro Parola-uomo avviene perché
Cristo-Seminatore agisce per primo, accettarla è una scelta
dell'uomo.
Gli incontri dei Cenacoli del Vangelo sono stati
certamente momenti di buona semina. Attraverso l'ascolto di alcuni brani
tratti dal Vangelo di Matteo, abbiamo "riscoperto" Gesù che
ama e accoglie tutti, che si fa maestro e umile servitore, che ci addita
la via della salvezza, che si fa vittima innocente per la salvezza
dell'umanità.
Gesù ci ha amati così tanto da offrire la sua vita
per la nostra salvezza, insegnandoci che solo l'Amore può cambiare il
mondo e che il male si può vincere solo con il bene.
Egli è il giusto servo di Jahveh che, per
giustificare molti, si è addossato le loro iniquità; è l'agnello
immolato della nuova ed eterna alleanza; è pane che si spezza per darsi
cibo agli uomini nell'Eucaristia.
Attraverso l'Eucaristia noi siamo uniti a
Cristo e ai fratelli, diventiamo popolo di Dio, siamo redenti dai
peccati, santificati dal dono dello Spirito. Fare la comunione è
accettare Cristo nella propria vita e impegnarsi a vivere come Lui ci ha
insegnato nell'amore verso Dio e verso i fratelli.
Vivere l'Eucaristia ci porta ad amare e a superare
egoismi, pregiudizi e barriere di ogni genere.
Maria Monaco
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Altri articoli a pagina 2 :
- "La speranza è
l'ultima a morire" : per i giovani ancora così ?
- La mia esperienza ad Acicastello ( seminarista Luigi Privitera )
- Una nuova realtà
ad Acicastello : il
Gruppo Sportivo
- Agenda comunitaria
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