"
La speranza è l'ultima a morire "
per i giovani
ancora così ? |
"Il
futuro è dei giovani" ; "Il
mondo appartiene ai giovani"; "Chi
è giovane è ricco": sono frasi che abbiamo forse
sentito pronunciare dai nostri nonni, non più dai nostri
genitori.
L' Ottimismo, la freschezza nell'approccio alla vita,
al suo divenire, la fiducia nella storia,la consegna di un domani
migliore ai figli,sono venuti meno.
Possiamo ancora affermare che la speranza è l'ultima
a morire?
Se muove la speranza e con
essa la capacità di sognare, di lottare, di credere, di osare allora
non ci saranno le basi per costruire il futuro dei giovani.
Questa l'affermazione dalla quale si è partiti nella
Tavola Rotonda svoltasi nell'Oratorio Parrocchiale il giorno 17/03/2005
avente per argomento: "Quali basi per costruire il futuro dei
giovani?"
I giovani della Parrocchia sono stati accompagnati
nel confronto dall'On. Salvo Raiti, Deputato Regionale, da Mons. Carlo
Chiarenza, da Claudio Guzzetta, Operatore Sociale. Coordinava gli
interventi il nostro Parroco Don Vittorio.
La discussione ha preso le mosse dall'esame
socio-politico del contesto in cui viviamo. Se ci guardiamo intorno il
futuro dei giovani appare nebuloso, confuso, incerto tanto da
determinare una condizione psicologica di incertezza, di
precarietà.
"La precarietà", attuale modalità del
mondo del lavoro tanto criticata e individuata come limite da superare,
non è solo un fattore esterno, ma è anche una condizione
interiore.
L'argomento ha avuto un' impostazione introspettiva e
di analisi. Si è sottolineata l'importanza di partire dal proprio sé,
dal bisogno di conoscersi per poi rapportarsi agli altri; fare
"gruppo", strumento di crescita, all'interno del quale si
snodano dinamiche che valorizzano, che attivano il confronto, che
delineano ruoli nei quali ciascuno può riconoscersi. Partire da sé,
quindi, nell'individuazione di basi su cui costruire il futuro, per
estendere poi interrogativo agli adulti, a chi svolge un ruolo di
responsabilità, a tutta la società.
E' stata sottolineata l'importanza di fare le cose
che ci piacciono, che ci appassionano perché in quelle possiamo
pienamente riuscire ad essere felici. Ancora, la forza propulsiva che la
famiglia può e deve dare al giovane sia negli atteggiamenti di
condivisione sia in quelli di rispettosa accettazione.
E' fondamentale che il giovane individui la sua
strada, ciò che sente appartenere al suo futuro, ciò che può dare un
seno alla propria vita. Deve, perciò, progettare, costruirsi delle
competenze, osare, spingersi oltre, mettersi in gioco.
E' necessario fare un passaggio culturale, diceva
Claudio Gazzetta, che, nel raccontare la sua esperienza, sottolineava
l'importanza di cambiare mentalità, di liberarci da certi retaggi che
ostacolano il cambiamento. Se da una parte la precarietà del mondo del
lavoro genera paura, dall'altra occorre mettersi in una prospettiva anti-tradizionalistica,
perché è tramontata la concezione statica del lavoro da cui nasceva la
massima aspirazione del posto fisso.
Se i giovani diventano protagonisti del Cambiamento
possono riempire i nuovi spazi lavorativi che, nell'organizzazione della
nostra società, si vanno formando. Devono, perciò, conoscersi, trovare
delle ragioni di vita dentro di loro e comunicarle.
E il ruolo delle Istituzioni, dei Politici quale sarebbe?
Solo residuale? La politica intanto di che cosa si occupa mentre cresce
il tasso di disoccupazione giovanile, mentre 53 famiglie nel nostro
Comune si proiettano drammaticamente al 31 Maggio, data del
licenziamento?
E' fortissima la responsabilità della classe
politica sulla questione giovanile, che deve essere studiata, promossa,
accompagnata, sostenuta con una progettualità vera e seria.
La Consulta, organo consultivo,attraverso cui, a
livello locale la voce dei giovani può farsi sentire, deve svolgere
un'azione propositiva. Se la consulta non lo facesse, ha concluso l'On.
S. Raiti, la responsabilità di tale mancata azione ritorna ai giovani
che devono riempire di contenuti quello che di per sé è un semplice
strumento.
L'affermazione è suonata per i presenti come una
sfida ed un monito al tempo stesso, perché è fondamentale recuperare
il diritto/dovere di cittadinanza attiva.
La partecipazione appassionata alla Tavolo Rotonda,
il serrato e vivace dibattito, ci dicono che i giovani sono ancora
custodi e portatori di una speranza viva che vuole spendersi e
spandersi.
|
La
mia esperienza ad Acicastello |
Con gioia, ho
accettato la proposta fatta dal nostro parroco Don Vittorio Rocca di
scrivere per la prima volta nel giornalino parrocchiale, per parlarvi un
po' della mia permanenza in mezzo a voi, che ho cominciato appena cinque
mesi fa.
Dopo la prima fase in cui ho cercato di fissare i
vostri volti, di imparare i vostri nomi, ho cercato di inserirmi come
uno di voi nei vari gruppi parrocchiali, anche se non tutti, perché la
mia presenza in mezzo a voi è limitata solo alla fine settimana.
L'esperienza più significativa è quella che sto
vivendo con i giovani scout d'Europa, Acicastello 1, infatti si è
instaurato un rapporto davvero bello, di fraternità, di amicizia,
cercando di essere presente a tutti i vari momenti che si organizzano,
come le varie uscite. È importante stare con loro per capire i loro
bisogni, le loro attese, le loro speranze, i loro sogni.
Un altro momento è la mia presenza al catechismo,
per aiutare i ragazzi a prepararsi bene ai sacramenti dell'iniziazione
cristiana , del sacramento dell'Eucaristia e della Confermazione.
Anche la partecipazione al gruppo coppie è stata
molto significativa, credo che il confronto con le coppie per un
presbitero è molto importante perché permette al presbitero,tramite il
confronto marito-moglie, di confrontarsi con la comunità, la quale è
la sua Sposa.
Il momento fondamentale per la vita della comunità
parrocchiale è la celebrazione Eucaristica domenicale, la pasqua
settimanale, il giorno in cui i cristiani si radunano per incontrare il
Signore Risorto, celebrazione che dobbiamo sempre più curare, perché
è l'espressione più alta di tutta la nostra azione pastorale. Per
questo motivo mi sono attivato in tal senso per cercare di rinnovare il
repertorio musicale, ma solo questo non basta, sono convinto che
dovremmo costituire un piccolo coro per sostenere i canti e fare altre
migliorie, affinché la celebrazione domenicale risulti una festa.
Porgendo a tutti, con affetto e stima gli
auguri di Buona Pasqua, vi ringrazio perché assieme a voi sto vivendo
un intenso periodo molto importante che mi porterà a vivere il quattro
Aprile prossimo la gioia dell'ordinazione Diaconale, cui vi invito a
partecipare e a pregare affinché il Signore mandi tante vocazioni.
Il vostro seminarista
Luigi Privitera
|
Una nuova
realtà ad Acicastello:
il GRUPPO SPORTIVO
|
Tutto
è iniziato quattro anni fa, quando Don Vittorio arrivato qui ad
Acicastello, vedendo le strutture dell'oratorio, non riusciva a
spiegarsi come potevano rimanere chiuse. Don Vittorio, quindi, in prima
persona si è incaricato di cercare dei responsabili che potessero
garantire l'apertura dell'oratorio e di accogliere i ragazzi
d'Acicastello nelle strutture parrocchiali.
Dopo un po' d'incertezza iniziale, Lino, Alberto,
Piero, Emanuele e Claudio e iniziano il loro lavoro d'accoglienza. Per
partire non si poteva fare altro che organizzare il
"Tradizionale" campionato estivo, che avrebbe convogliato
tutti i ragazzi dai 10 ai 25 anni e non solo. In realtà, però, questo
campionato avrebbe avuto poco di "Tradizionale" .
Tutti insieme, responsabili e ragazzi, infatti, hanno
stilato un regolamento che ha rivoluzionato il gioco. Alla vittoria si
arriva solo attraverso il Rispetto e l'Amicizia. Questa rivoluzione
inizialmente non era stata condivisa ed accettata da alcuni
"tradizionalisti" che non hanno fatto parte del campionato.
Pian piano il numero di questi "tradizionalisti" sta sempre
più diminuendo ma soprattutto i ragazzi più piccoli stanno crescendo
con questo regolamento nel loro dna sportivo e questa è la cosa che ci
da più soddisfazione!
Oggi il Gruppo Sportivo conta più di cento iscritti,
riesce ad autofinanziarsi non chiedendo contributi alla Parrocchia ed è
presente in quasi tutte le manifestazioni che si svolgono all'interno di
Acicastello!
Io a differenza degli altri miei amici faccio parte
di questo gruppo solo da un anno. La scorsa estate, infatti, mi sono
deciso a giocare al campionato dell'Oratorio per la prima volta nella
mia vita, spinto anche dal diverso spirito e ambiente che si era creato
all'interno dell'Oratorio. Qui ho avuto la possibilità di conoscere
bene i responsabili del gruppo e gli altri ragazzi.
E' così che mi sono inserito: ho iniziato a
frequentare le riunioni dove ho capito che noi ragazzi siamo importanti
per Acicastello, che se siamo tutti uniti possiamo migliorare il nostro
paese e per migliorarlo possiamo iniziare dall'Oratorio, cercando, noi
di crescere in maniera diversa dalle generazioni che ci hanno preceduto
ma soprattutto plasmando i bambini che vedono in noi l'esempio da
seguire.
Adesso a distanza di un anno sono parte integrante
del Gruppo Sportivo che oltre ad aprire i locali esterni tre volte a
settimana per fascia d'età, finalmente è riuscito anche ad aprire i
locali interni dell'Oratorio proponendo altri servizi alla comunità
castellese: un supporto scolastico per i ragazzi del G. S., il cineforum
per gli adulti e a breve partirà anche quello per i bambini,
organizzando grazie all'aiuto di Don Vittorio delle conferenze basate
sui problemi che affliggono i ragazzi del nostro tempo. Una delle
esperienze più belle che ho vissuto in quest'anno di militanza nel
Gruppo Sportivo, è stata la Marcia della Pace del 1 gennaio, dove con i
bambini del Gruppo Sportivo abbiamo ideato e realizzato gli striscioni,
tra risate e "impastizzamenti", che poi hanno colorato il
corteo!
Personalmente devo ringraziare Don Vittorio e i
responsabili del Gruppo per questa bell'esperienza che sto vivendo che
mi ha fatto sentire importante per il mio paese e mi ha fatto capire che
quel piccolo aiuto che posso dare è importante per tante persone. Molte
persone a me vicine non capiscono cosa vado a fare sempre all'Oratorio e
dicono che è sola una perdita di tempo non retribuita, ma a queste io
rispondo che per me passare una sola ora con i bambini del Gruppo
Sportivo, i quali mi hanno dato emozioni che non avevo mai provato, non
ha equivalenti materiali al mondo!
Venerando
Quattrocchi
|
|