Foglio parrocchiale
            

 


27 Marzo 2005 

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" La speranza è l'ultima a morire "
per i giovani ancora così ?


    "Il futuro è dei giovani" ; "Il mondo appartiene ai giovani"; "Chi è giovane è ricco": sono frasi che abbiamo forse sentito pronunciare dai nostri nonni, non più dai nostri genitori. 
    L' Ottimismo, la freschezza nell'approccio alla vita, al suo divenire, la fiducia nella storia,la consegna di un domani migliore ai figli,sono venuti meno. 
    Possiamo ancora affermare che la speranza è l'ultima a morire? 
    Se muove la speranza e con essa la capacità di sognare, di lottare, di credere, di osare allora non ci saranno le basi per costruire il futuro dei giovani. 
    Questa l'affermazione dalla quale si è partiti nella Tavola Rotonda svoltasi nell'Oratorio Parrocchiale il giorno 17/03/2005 avente per argomento: "Quali basi per costruire il futuro dei giovani?" 
    I giovani della Parrocchia sono stati accompagnati nel confronto dall'On. Salvo Raiti, Deputato Regionale, da Mons. Carlo Chiarenza, da Claudio Guzzetta, Operatore Sociale. Coordinava gli interventi il nostro Parroco Don Vittorio. 
    La discussione ha preso le mosse dall'esame socio-politico del contesto in cui viviamo. Se ci guardiamo intorno il futuro dei giovani appare nebuloso, confuso, incerto tanto da determinare una condizione psicologica di incertezza, di precarietà. 
    "La precarietà", attuale modalità del mondo del lavoro tanto criticata e individuata come limite da superare, non è solo un fattore esterno, ma è anche una condizione interiore. 
    L'argomento ha avuto un' impostazione introspettiva e di analisi. Si è sottolineata l'importanza di partire dal proprio sé, dal bisogno di conoscersi per poi rapportarsi agli altri; fare "gruppo", strumento di crescita, all'interno del quale si snodano dinamiche che valorizzano, che attivano il confronto, che delineano ruoli nei quali ciascuno può riconoscersi. Partire da sé, quindi, nell'individuazione di basi su cui costruire il futuro, per estendere poi interrogativo agli adulti, a chi svolge un ruolo di responsabilità, a tutta la società.
    E' stata sottolineata l'importanza di fare le cose che ci piacciono, che ci appassionano perché in quelle possiamo pienamente riuscire ad essere felici. Ancora, la forza propulsiva che la famiglia può e deve dare al giovane sia negli atteggiamenti di condivisione sia in quelli di rispettosa accettazione.
    E' fondamentale che il giovane individui la sua strada, ciò che sente appartenere al suo futuro, ciò che può dare un seno alla propria vita. Deve, perciò, progettare, costruirsi delle competenze, osare, spingersi oltre, mettersi in gioco.
    E' necessario fare un passaggio culturale, diceva Claudio Gazzetta, che, nel raccontare la sua esperienza, sottolineava l'importanza di cambiare mentalità, di liberarci da certi retaggi che ostacolano il cambiamento. Se da una parte la precarietà del mondo del lavoro genera paura, dall'altra occorre mettersi in una prospettiva anti-tradizionalistica, perché è tramontata la concezione statica del lavoro da cui nasceva la massima aspirazione del posto fisso.
    Se i giovani diventano protagonisti del Cambiamento possono riempire i nuovi spazi lavorativi che, nell'organizzazione della nostra società, si vanno formando. Devono, perciò, conoscersi, trovare delle ragioni di vita dentro di loro e comunicarle.
   E il ruolo delle Istituzioni, dei Politici quale sarebbe? Solo residuale? La politica intanto di che cosa si occupa mentre cresce il tasso di disoccupazione giovanile, mentre 53 famiglie nel nostro Comune si proiettano drammaticamente al 31 Maggio, data del licenziamento?
    E' fortissima la responsabilità della classe politica sulla questione giovanile, che deve essere studiata, promossa, accompagnata, sostenuta con una progettualità vera e seria.
    La Consulta, organo consultivo,attraverso cui, a livello locale la voce dei giovani può farsi sentire, deve svolgere un'azione propositiva. Se la consulta non lo facesse, ha concluso l'On. S. Raiti, la responsabilità di tale mancata azione ritorna ai giovani che devono riempire di contenuti quello che di per sé è un semplice strumento.
    L'affermazione è suonata per i presenti come una sfida ed un monito al tempo stesso, perché è fondamentale recuperare il diritto/dovere di cittadinanza attiva.
    La partecipazione appassionata alla Tavolo Rotonda, il serrato e vivace dibattito, ci dicono che i giovani sono ancora custodi e portatori di una speranza viva che vuole spendersi e spandersi.

 

La mia esperienza ad Acicastello


    Con gioia, ho accettato la proposta fatta dal nostro parroco Don Vittorio Rocca di scrivere per la prima volta nel giornalino parrocchiale, per parlarvi un po' della mia permanenza in mezzo a voi, che ho cominciato appena cinque mesi fa. 
    Dopo la prima fase in cui ho cercato di fissare i vostri volti, di imparare i vostri nomi, ho cercato di inserirmi come uno di voi nei vari gruppi parrocchiali, anche se non tutti, perché la mia presenza in mezzo a voi è limitata solo alla fine settimana. 
    L'esperienza più significativa è quella che sto vivendo con i giovani scout d'Europa, Acicastello 1, infatti si è instaurato un rapporto davvero bello, di fraternità, di amicizia, cercando di essere presente a tutti i vari momenti che si organizzano, come le varie uscite. È importante stare con loro per capire i loro bisogni, le loro attese, le loro speranze, i loro sogni. 
    Un altro momento è la mia presenza al catechismo, per aiutare i ragazzi a prepararsi bene ai sacramenti dell'iniziazione cristiana , del sacramento dell'Eucaristia e della Confermazione.
    Anche la partecipazione al gruppo coppie è stata molto significativa, credo che il confronto con le coppie per un presbitero è molto importante perché permette al presbitero,tramite il confronto marito-moglie, di confrontarsi con la comunità, la quale è la sua Sposa.
    Il momento fondamentale per la vita della comunità parrocchiale è la celebrazione Eucaristica domenicale, la pasqua settimanale, il giorno in cui i cristiani si radunano per incontrare il Signore Risorto, celebrazione che dobbiamo sempre più curare, perché è l'espressione più alta di tutta la nostra azione pastorale. Per questo motivo mi sono attivato in tal senso per cercare di rinnovare il repertorio musicale, ma solo questo non basta, sono convinto che dovremmo costituire un piccolo coro per sostenere i canti e fare altre migliorie, affinché la celebrazione domenicale risulti una festa.
     Porgendo a tutti, con affetto e stima gli auguri di Buona Pasqua, vi ringrazio perché assieme a voi sto vivendo un intenso periodo molto importante che mi porterà a vivere il quattro Aprile prossimo la gioia dell'ordinazione Diaconale, cui vi invito a partecipare e a pregare affinché il Signore mandi tante vocazioni.

                                                                                                                  Il vostro seminarista
                                                                                                                    Luigi Privitera

 


Una nuova realtà ad Acicastello:
il GRUPPO SPORTIVO

 

     
    Tutto è iniziato quattro anni fa, quando Don Vittorio arrivato qui ad Acicastello, vedendo le strutture dell'oratorio, non riusciva a spiegarsi come potevano rimanere chiuse. Don Vittorio, quindi, in prima persona si è incaricato di cercare dei responsabili che potessero garantire l'apertura dell'oratorio e di accogliere i ragazzi d'Acicastello nelle strutture parrocchiali.

    Dopo un po' d'incertezza iniziale, Lino, Alberto, Piero, Emanuele e Claudio e iniziano il loro lavoro d'accoglienza. Per partire non si poteva fare altro che organizzare il "Tradizionale" campionato estivo, che avrebbe convogliato tutti i ragazzi dai 10 ai 25 anni e non solo. In realtà, però, questo campionato avrebbe avuto poco di "Tradizionale" .

    Tutti insieme, responsabili e ragazzi, infatti, hanno stilato un regolamento che ha rivoluzionato il gioco. Alla vittoria si arriva solo attraverso il Rispetto e l'Amicizia. Questa rivoluzione inizialmente non era stata condivisa ed accettata da alcuni "tradizionalisti" che non hanno fatto parte del campionato. Pian piano il numero di questi "tradizionalisti" sta sempre più diminuendo ma soprattutto i ragazzi più piccoli stanno crescendo con questo regolamento nel loro dna sportivo e questa è la cosa che ci da più soddisfazione!
    Oggi il Gruppo Sportivo conta più di cento iscritti, riesce ad autofinanziarsi non chiedendo contributi alla Parrocchia ed è presente in quasi tutte le manifestazioni che si svolgono all'interno di Acicastello!
    Io a differenza degli altri miei amici faccio parte di questo gruppo solo da un anno. La scorsa estate, infatti, mi sono deciso a giocare al campionato dell'Oratorio per la prima volta nella mia vita, spinto anche dal diverso spirito e ambiente che si era creato all'interno dell'Oratorio. Qui ho avuto la possibilità di conoscere bene i responsabili del gruppo e gli altri ragazzi.
    E' così che mi sono inserito: ho iniziato a frequentare le riunioni dove ho capito che noi ragazzi siamo importanti per Acicastello, che se siamo tutti uniti possiamo migliorare il nostro paese e per migliorarlo possiamo iniziare dall'Oratorio, cercando, noi di crescere in maniera diversa dalle generazioni che ci hanno preceduto ma soprattutto plasmando i bambini che vedono in noi l'esempio da seguire.
    Adesso a distanza di un anno sono parte integrante del Gruppo Sportivo che oltre ad aprire i locali esterni tre volte a settimana per fascia d'età, finalmente è riuscito anche ad aprire i locali interni dell'Oratorio proponendo altri servizi alla comunità castellese: un supporto scolastico per i ragazzi del G. S., il cineforum per gli adulti e a breve partirà anche quello per i bambini, organizzando grazie all'aiuto di Don Vittorio delle conferenze basate sui problemi che affliggono i ragazzi del nostro tempo. Una delle esperienze più belle che ho vissuto in quest'anno di militanza nel Gruppo Sportivo, è stata la Marcia della Pace del 1 gennaio, dove con i bambini del Gruppo Sportivo abbiamo ideato e realizzato gli striscioni, tra risate e "impastizzamenti", che poi hanno colorato il corteo!
    Personalmente devo ringraziare Don Vittorio e i responsabili del Gruppo per questa bell'esperienza che sto vivendo che mi ha fatto sentire importante per il mio paese e mi ha fatto capire che quel piccolo aiuto che posso dare è importante per tante persone. Molte persone a me vicine non capiscono cosa vado a fare sempre all'Oratorio e dicono che è sola una perdita di tempo non retribuita, ma a queste io rispondo che per me passare una sola ora con i bambini del Gruppo Sportivo, i quali mi hanno dato emozioni che non avevo mai provato, non ha equivalenti materiali al mondo!

                                                                                                                         
Venerando Quattrocchi

 

 

 

 

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