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30
Dicembre 2007
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FOGLIO PARROCCHIALE DELLA COMUNITÀ “S. MAURO ABATE” DI ACICASTELLO
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LETTERA
SULLA FESTA
E SULLA DEVOZIONE A S. MAURO
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Carissimi,
si avvicina il giorno della festa del nostro Patrono, occasione
annuale di forte aggregazione del nostro popolo e di grande e
sentita devozione. Desideriamo che questa festa continui ad
esprimere una fervorosa partecipazione popolare e sia vissuta con
una devozione sempre più vera e sincera.
è da apprezzare come
ancora la Celebrazione Eucaristica continui ad occupare un posto
centrale nella partecipazione dei fedeli sia durante il triduo di
preparazione che nel giorno della festa, così anche la numerosa
presenza di fedeli durante la svelata del Simulacro e in alcuni
momenti della processione col Fercolo. Anche la solidarietà verso
coloro che si impegnano a favore dei bisognosi, espressa nel “Premio
S. Mauro”, ci aiuta a vivere i sentimenti che erano nel nostro
Patrono.
Purtroppo notiamo che si sono
sviluppate alcune tendenze nel comportamento e nel modo di fare di
tanti fedeli che potrebbero rappresentare un serio pericolo sia per
la devozione che per lo svolgimento decoroso della festa. Vogliamo,
in queste righe, comunicarvi le nostre riflessioni, le
preoccupazioni e anche le decisioni prese per correggere e
migliorare.
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Atteggiamento dei devoti nei
confronti del Simulacro
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Sappiamo bene che
la statua di un santo è semplicemente un’immagine che ci ricorda e
ci rende vicino qualcuno che non possiamo né toccare nè vedere, la
cui anima si trova già nella gloria del paradiso, pertanto le
manifestazioni di esultanza o di affetto, quali il grido di “evviva”
o il bacio dato alla statua non sono indirizzate ad un Simulacro ma
al Santo che è in cielo, così come facciamo quando diamo un bacio
alla fotografia di una persona cara ormai defunta. Sappiamo bene che
anche quando rivolgiamo al Santo la nostra preghiera per ottenere
delle grazie non facciamo altro che chiedere a quest’anima beata di
sostenere con la sua preghiera la nostra richiesta di aiuto
indirizzata a Dio, l’unico in grado di poterci accontentare.
Talvolta, invece, assistiamo a forme devianti di devozione che
tendono a trasformare la statua in un totem o peggio in un talismano
da cui si crede possano provenire misteriose forze protettive. Si
rischia di cadere in questo atteggiamento pericoloso quando si
poggiano fazzoletti o altri oggetti sulla statua del Santo oppure
quando si pensa che il transito o la sosta del Fercolo davanti la
propria casa apporti un particolare benedizione dal cielo a tutta la
famiglia. Ė evidente
come tutto questo potrebbe poi scadere in una forma di culto
idolatrico che allontanerebbe la persona da una vera fede in Dio.
Dobbiamo ribadire con forza che la vera devozione a S. Mauro,
l’unica capace di strappare la sua benedizione e protezione,
consiste non solo in un sincero sentimento di stima e di affetto
nei riguardi del Santo ma soprattutto nell’impegno a imitarne le
virtù.
Nella nostra parrocchia c’è poi la bellissima tradizione di
presentare i bambini al Santo, che consiste nel porgere il proprio
figlio al “mastro di vara” perchè baci il Simulacro. È lodevole che
i genitori sentano il bisogno di affidare i propri bambini alla
protezione di S. Mauro e trasmettano loro la fede e la devozione.
Così è anche bello vedere i bambini che fanno corona al Santo
tirando i cordoni del Fercolo. Per dare più valore a questa
tradizione abbiamo pensato di istituire un Rito di Benedizione dei
bambini da farsi all’inizio della processione sul sagrato della
Chiesa. Da alcuni anni, però, si assiste alla richiesta di adulti
di poter salire sul Fercolo per fare ciò che da sempre è stato
riservato solo ai bambini, cioè baciare la statua del Santo, oppure
per offrire un oggetto d’oro. Non ci sembra più opportuno tollerare
e acconsentire a tali richieste, sia perchè potrebbero velare forme
di esibizionismo, sia per motivi di sicurezza.
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