Altare di S. Mauro
            

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San Mauro Taumaturgo

 

La pala d'altare di S. Mauro Taumaturgo fu anch'essa vittima del bombardamento del 1943 come la pala della Traslazione, ma a differenza di questa non fu arrotolata e dimenticata in soffitta bensì fu appesa nella chiesa. Nel 1959 subì un pessimo intervento di restauro che alterò buona parte del dipinto; addirittura nella parte destra fu asportata una striscia di tela larga 30 cm. e alta quanto il quadro stesso e sostituita con una striscia di tela dipinta ex novo.
    Purtroppo gli interventi di restauro furono di pessima qualità sia dal punto di vista tecnico che da quello estetico.
    La tela fu rifoderata con tela di sacco molto grossolana e, non essendo la pellicola pittorica stata fissata adeguatamente, vi era un esteso "craquelure" con molte parti sollevate che si staccavano con facilità.

     Il restauro estetico, ovvero la reintegrazione pittorica, fu fatta senza tenere in alcun conto le proporzioni umane: anatomie vistosamente imperfette, colori completamente fuori tono che creavano uno sgradevole effetto di macchie.
    Grazie all'interessamento della Congregazione San Mauro è stata possibile l'operazione di restauro che è risultata lunga e laboriosa ed ha richiesto un intervento totale: fissaggio del colore, nuova foderatura, sostituzione telaio, accurata pulitura di tutta la superficie pittorica. Il restauro estetico è stato fatto con particolare attenzione tenendo conto che il quadro è oggetto di devozione da parte dei fedeli Castellesi perché legato alla figura di S. Mauro.
    Il dipinto firmato in origine con i monogramma AR è datato 1808 ed è dello stesso artista della pala della Traslazione.
   In passato la tela fu erroneamente attribuita a Mariano Rossi, ma ciò è impossibile in quanto il quadro è datato 1808 ed il Rossi morì nel 1805.

   Osservando con attenzione le due pale d'altare possiamo notare una specularit? nella struttura. Come per la traslazione non abbiamo un apparato scenografico particolare, lo sfondo essenziale è costituito da una possente architettura che si apre su un paesaggio con il mare ed alcuni velieri.
    La figura principale è quella di S. Mauro con la mano destra benedicente e il pastorale nella sinistra e con i paramenti di Abate riccamente decorati. Davanti a lui una figura inginocchiata  come nella traslazione, alla sua destra i chierici ed alla sua sinistra dei monaci. Attorno una cerchia di infermi che chiede il miracolo: la donna dalla mano storpia, la madre che porge il figlioletto, l'uomo che si appoggia al bastone ed il vecchio disteso per terra. La figura dell'angioletto di sinistra in alto è speculare rispetto alla figura dell'angioletto in primo piano nella Traslazione.

    La luce, proveniente da destra determina una zona luminosa in corrispondenza della figura di S. Mauro che si propaga alle altre figure e che crea un maggior contrasto chiaroscurale paragonato alla luce soffusa del dipinto della Traslazione pur rimanendo con una forte connotazione neoclassica.
    Anche qui c'è il senso narrativo dell'evento, il momento del miracolo, lo sguardo sereno del Santo e il tempo che sembra rallentare e fermarsi.

 

 

 

Antonio Cavallaro - Arte e fede nelle Chiese di Acicastello  -   Opuscolo fatto stampare dalla Congregazione "S. Mauro Abate"  nel gennaio del 1999 )

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