La samaritana al pozzo
Il bassorilievo in stucco bronzato con la "Samaritana
al pozzo di Giacobbe" è stato acquistato subito dopo la
ricostruzione della parrocchiale da mons. Salvatore Sinatra e collocato nella
parete ovest del presbiterio, con l'intento di creare uno spazio destinato al
significato teologico dell'acqua. Esso sovrasta, infatti, dalla parete, il
battistero seicentesco sfuggito fortunosamente ai crolli della chiesa del 1693 e
1943.
La scultura è stata eseguita nel
1960 da Giuseppe Fortunato Pirrone, artista che si è dedicato, quasi
esclusivamente, fino alla morte avvenuta a Roma nel 1964, all'arte sacra.
L'opera nel suo insieme fa pensare agli sbalzi in argento e oro le rize che ricoprono
le immagini sacre delle splendide
iconostasi delle chiese della cristianità ortodossa,
e l'arte del Pirrone deve sicuramente molto all'estetica tardo-bizantina
con la quale entrò in contatto sin dalla sua infanzia:
era nato, infatti, nel 1897 a Borgetto in provincia di Palermo, nella
zona prossima all'enclave di rito greco-ortodosso di Piana degli Albanesi,
Mezzoiuso e Palazzo Adriano. La ieratica figura del Cristo risponde pienamente
alla maniera orientale di rendere l'immagine: essa deve esprimere l'invisibile
che c'è nel visibile, cioè fare emergere i tratti spirituali da quelli fisici.
L'opera del Pirrone, quindi, non è arte decorativa: l'estetica formale viene
sottoposta allo spessore di significato di cui è mero veicolo, pertanto essa va
letta in chiave esclusivamente teologica.
La rappresentazione centrale dell'incontro del Cristo
con la Samaritana al pozzo di Giacobbe e gli episodi Evangelici in scala ridotta
che la contornano, non rispondono, come si potrebbe pensare, ai modelli delle
icone panegiriche o celebrative delle vite dei santi.
L'artista, insistendo sull'elemento acqua nelle
rappresentazioni minori del miracolo di Cana, della lavande dei piedi agli
apostoli, del Battesimo di Cristo, del Battista che predica nel fiume Giordano e
della Maddalena che lava i piedi al Maestro, ha voluto far assurgere, per
ridondanza, il segno dell'acqua a simbolo del
pentimento, ed inoltre, da un livello
più profondo, far emergere il messaggio neotestamentario di base: chiedendo
il pentimento alla donna samaritana, il Cristo abbatte il concetto tribale della religiosità ebraica, rendendo ecumenica la sua chiamata.
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