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Non abbiamo notizie documentate sulla prima chiesa dedicata a San Mauro ad
Acicastello, si può, tuttavia, supporre che il culto di questo Santo, visto che
la cittadina, con le sue pertinenze, era stata data in feudo ai vescovi
Benedettini di Catania nel 1092, risalga proprio al medioevo normanno.
Siamo invece certi che Acicastello - allora
semplicemente Aci - possedesse una chiesa in età bizantina; di questo edificio,
infatti, l'erudito parroco di Acitrezza arciprete Salvatore De Maria, aveva
recuperato delle colonnine di marmo “cipollino”, simili a quella che si può
vedere presso la porta nord della nostra parrocchiale utilizzata come porta
acquasantiera.
Il parroco di Acitrezza, che era un raccoglitore di cimeli, fece
donazione della sua collezione archeologica alla biblioteca Zelantea di
Acireale, dove esiste, manoscritto, l'elenco dettagliato dei reperti e della
loro provenienza. E’ del resto impensabile che una città cinta di mura non
possedesse un luogo di culto; era stato, infatti, l'imperatore Costante II a volere l'incastellamento, cioè la costruzione delle mura
difensive, di tutte le città costiere del Tema di Calabria e di Sicilia, in
seguito alle incursioni islamiche del 662/63 e alla perdita dell'Esarcato
d'Africa. Aci divenne così "Castellum" nel significato bizantino di
"città murata", nome che in vernacolo conserva tuttora.
Dopo la dominazione araba, l'unica chiesa del paese fu
certamente la cappella del castello ricostruito dai Normanni subito dopo la
conquista; la chiesetta, ora ridotta a deposito, è in austero stile medievale
con archi acuti impostati su tozzi pilastri in conci di basalto e conserva
ancora un affresco nel quale è appena leggibile una Madonna in trono con
bambino e due santi ai lati, secondo lo schema bizantineggiante della "Deesis"
(la preghiera), mentre in passato il piccolo presbiterio ospitava un trittico
rinascimentale con la Madonna delle Grazie.
Per il silenzio assoluto della documentazione,
dobbiamo fare un salto fino al XVI secolo per avere notizie della nostra chiesa.
In quel secolo, funestato dalle scorrerie piratesche del Barbarossa, la nostra
cittadina si era quasi spopolata e gli abitanti più coraggiosi che non si erano
trasferiti sulle colline dovevano essere veramente poveri; la chiesa, come
risulta dai documenti della visita pastorale di Mons. Faraone, era fatiscente,
piccola e senza fonte battesimale!
La parrocchiale dedicata a San Mauro dovette, quindi,
sorgere nella seconda metà del secolo, quando il pericolo turco era
cessato, o al massimo, nei primi decenni del XVII secolo.
Questa fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1693 e restaurata dal vicario
Tropea e dal vicario Paolo Romeo che, a conclusione dei lavori, nel 1718 fece
erigere, "aelemosina civium", un grande portale.
Nel 1767, con la costruzione del campanile, a spese del barone Cannizzaro, ha
inizio un trentennio di ristrutturazione della chiesa sotto la supervisione del
nuovo vicario Don Mauro Nicolosi; risalgono a questo periodo, infatti, i lavori
di ampliamento del presbiterio e del transetto che venne allungato in direzione
nord e sud fino ad eguagliare la lunghezza della navata, facendo così assumere
all'edificio la forma di una croce greca. Il vicario non riuscì però
nell'intento di edificare la cupola, non fidandosi della solidità delle pareti
portanti, dovette accontentarsi di una ben più modesta calotta inserita nei prospetti
interni del tamburo ottagonale e coperta a padiglione con tegole di cotto.
( Santo Castorina - Arte e fede nelle Chiese di
Acicastello - Opuscolo fatto stampare dalla Congregazione "S. Mauro
Abate" nel gennaio del 1999 )
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CHIESA S. MAURO
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