L’oratorio
parrocchiale è unito alla Chiesa di S. Giuseppe ed in passato era sempre
affollato di ragazzi e di giovani che lo animavano con momenti di incontri, di
catechesi, di preghiera e di giochi.
Oggi c'è una riscoperta di questo luogo soprattutto da parte
dei ragazzi e dei giovani.
Oratorio
come "Spazio di vita " e "
Ponte tra strada e Chiesa".
Un po' di storia . . . . . l'orticello
.
. . Quest'orticello,
alberato di diversi alberi,
nel
settembre 1814 venne dato in gabella dal vicario Mauro Nicolosi per 5 anni(l'affitto annuo era di 4 onze)(ASCT,
notaio Giuseppe Chiarenza, I 12931, f 71).
.
. . Sotto la dizione
piccolo
giardino,
sempre nel 1867, ne troviamo nota nel censimento dei beni ecclesiastici
concessi in enfiteusi,
(ASCT,
Tribunale, busta LXIII).
Si specifica che il terreno è
terreforte piano,
che
l'estensione è di un tumulo circa, che i gelsi
morisono
30 e che non mancano fichopale.
.
. . Negli
anni successivi fu costruito il gran magazzino (il futuro salone) che nei
primi decenni di questo secolo ospitò la varadi
S. Giuseppe e lavori artigianali sulla pietra
bianca.
. . . La
memoria popolare lo disegna agli inizi del secolo come un terreno incolto che,
dopo la donazione del principe Manganelli e la successiva vendita della parte
nord ai privati, diventerà dagli anni '30 dominio della gioventù castellese
per attività sportive e ludiche nonostante, alla fine del
1934, padre Zumbo vi pianti sette alberi di ulivo per £. 20 quasi a voler
assicurare il servizio perenne alla lampada votiva della Chiesa.
. . . Il progetto fu
presentato nel 1934 ma già nel 1925 L'Eco
di Aci Castello (13/9, n. 8) così disegnava il nascente Oratorio
Festivo: "dotato
di una vasta area per i giochi, igienici di un grande salone con palcoscenico,
di numerose stanze per scuole ed abitazioni di Padri, insieme colla Chiesa di S.
Giuseppe, a cui viene annesso, sarà un vero e grande Istituto, ove ogni giorno
si adunerà la nostra gioventù, sino ai 30 anni, per la sua formazione fisica e
civile, morale e religiosa "
SINITE
PARVULOS VENIRE AD ME
scritto
all'ingresso, divenne in effetti un invito inutile, specialmente quando, nel
dopoguerra, il cemento cominciò ad impadronirsi degli spazi aperti nei quali i
ragazzi abitualmente giocavano: diventano infatti irrefrenabili (e non solo
loro) nel precipitarsi a giocare all'Oratorio fra i proverbiali trampoli,
lo
stuffo (una
sorta di baseball) e i palloni che, nel tempo (iniziando dalle
forme in ritagli stoffe arrotolati), evidenziarono meglio di ogni altra cosa i
repentini cambiamenti dei nostri giorni. Negli
anni immediatamente successivi alla guerra, per rimpinguare le sostanze della
Chiesa, i locali dell'Oratorio erano stati dati in affitto ad un privato ed era
nato il primo cinematografo(Astra,
il
nome) della cittadina. D'inverno funzionava nel grande salone a sud del coro,
d'estate nell'attiguo spazio all'aperto, cercando una coesistenza con le attività
parrocchiali. Ciò non avvenne e padre Sinatra negli anni '50, alla fine riuscì
a rompere il contratto d'affitto ed a riappropriarsi in toto dei locali. L'Arena
Astra si trasferì nella parte terminale di via Manganelli e per parecchi anni
fu frequentatissima prima di cedere il posto a insediamenti abitativi.
A fine degli anni '60 e negli anni '70 funzionò
anche da struttura agonistica federale, poiché ospitò le gesta della Saturnia
di pallavolo. lì gruppo era chiamato, quasi con disprezzo, la , ma
i giovani atleti se ne fecero un vanto, d'altronde erano tutti (o quasi) di Aci
Castello ed erano cresciuti proprio lì. Riuscirono a conseguire la promozione
in serie B nazionale con i maschi e in serie Ccon le ragazze prima di trasferirsi
nella palestra coperta delle scuole medie. In quegli anni vi si disputarono
anche tornei internazionali.
(
Enrico
Blanco - Chiesa
e vita nella terra e nel territorio del Castello di Aci
- 1999
)