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Non pare che dopo questi lavori ce ne siano stati altri di una certa
consistenza nell'Ottocento; d'altronde, il periodo successivo all'Unità fu
caratterizzato da continui avvicendamenti alla guida della parrocchia e da
momenti di scarsa floridità economica.
I primi lavori importanti si svolsero nel 1907, quando si fece il
nuovo pavimento a cemento della Chiesa; altri lavori sono indicati da mons.
Zumbo nel 1919.
(. . . . . .) Nel
1937, al posto del ripostiglio e della cappella della Sacra Famiglia, fu
costruita una sagrestia più comoda della precedente (piccolissima); furono
restaurati ed il campanile quasi cadente: il Comune diede 1.000 lire, la spesa
complessiva fu di lire 18.500. L'inaugurazione avvenne per la festa di S. Mauro
1938. Fu
un lavoro che
mostrò i suoi benefici solo per pochi anni, fino al 1943.
Aci
Castello viveva allora i giorni più tragici della sua lunga storia; la Sicilia
era presidiata dalle truppe amiche tedesche (i nostri soldati presidiavano
invece altre zone fuori dalla nostra nazione): il 10 era proclamato lo stato di
emergenza, a causa dello sbarco delle truppe nemiche inglesi che cominciavano la
marcia di risalita lungo la nostra penisola precedute da pesanti bombardamenti
navali ed aerei. Il 16 in paese ci furono le prime vittime (2 morti e 6 feriti).
Il 18 era in programma una solenne festa religiosa per 1'ordinazione sacerdotale
dei castellesi Giuseppe Belfiore, Francesco Cirone e Iginio Sagù ma, all'ultimo
momento, per i bombardamenti, la cerimonia fu spostata nella Chiesa di S. Maria
degli Ammalati ad Acireale fra enormi difficoltà per andare e tornare. Mai
spostamento fu davvero salutare! Alle 12,30 le bombe colpirono proprio la Chiesa
di S. Mauro, e chissà quale disastro avrebbero provocato se fosse stata piena
di popolo per la cerimonia. Ci furono danni sensibili alla cupola.
In
paese intanto la gente abbandonava le case e viveva nelle grotte, nei rifugi, in
campagna. Dopo 3 giorni, il 21 luglio, per la chiesa di S. Mauro fu la fine:
alle 19,00 circa, quattro bombe la distrussero completamente, lasciando in piedi
il solo campanile.
Passarono venti anni
prima che la Chiesa potesse guidare nuovamente la vita religiosa castellese:
furono anni ricchissimi di dibattito sui modi di allestimento della nuova
costruzione. Su questo, infatti, non c'era alcun dubbio: la Chiesa doveva essere
ricostruita!
Alla
fine venne fuori un progetto decisamente innovativo che fece e continua a far
storcere il muso alla gente. Ma, in fondo, pensò probabilmente
padre Sinatra, serve un luogo di culto! e, bella o non bella, la Chiesa
di S. Mauro riprese in pieno la sua funzione di Chiesa guida del paese.
Fu tirata su e il 21 luglio 1961,
esattamente 18
anni dopo la distruzione, ci fu l'inaugurazione nel corso di festeggiamenti
solenni la statua di S. Mauro fu riportata nella sua Chiesa. Da allora sono
ormai passati 40 anni e l'opera, su quei richiami di moschea orientale che tante
critiche le hanno procurato (e le procurano) ha continuato a vivere. C'è pero
chi vede in essa davvero un'opera d'avanguardia, perché sembra mescolare vari
culti al punto da proporsi come interprete dell'Ecumenismo che si spera
proliferi in questo nuovo millennio.
(Enrico Blanco -
Chiesa e vita nella terra e nel
territorio del Castello di Aci - 1999)
Una testimonianza scritta da DOMENICO
LICCIARDELLO
"
Eventi bellici e prodigi nella distruzione
della Chiesa di San Mauro"
ARGOMENTI delle PAGINE -
CHIESA S. MAURO
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